Nel Golfo di Napoli, al confine tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, alla foce del fiume Sarno, si erge un piccolo isolotto che custodisce grandi storie. Si tratta dell’Isolotto di Rovigliano, meglio conosciuto come Scoglio di Rovigliano.
Lo Scoglio di Rovigliano ha una struttura geologica simile a quella dei Monti Lattari. L’ipotesi più accreditata è che l’isola sia la cima di un’antica montagna sprofondata a seguito della collisione della placca africana con quella euroasiatica.
Scoglio di Rovigliano: Miti e leggende
Allo Scoglio di Rovigliano sono legati diversi miti e leggende. La leggenda più nota è sicuramente quella di Ercole, secondo la quale l’eroe greco, di ritorno dalla Spagna, prima di fondare le città di Ercolano e Stabiae, avrebbe staccato la cima del monte Faito, scagliandola in mare. La cima di Monte Faito dunque sarebbe l’isolotto di Rovigliano sul quale sono ancora oggi presenti i resti di un tempio dedicato ad Ercole.
Singolare è anche la storia del fantasma di Donna Fulgida. Si narra che quando l’Italia meridionale fu invasa dai Longobardi, le truppe di soldati giunte a Torre Annunziata furono quelle guidate dal Conte Orso, condottiero che aveva preso in sposa la bellissima Donna Fulgida.
Il Conte, insieme alla moglie e al figlio Miroaldo trovarono alloggio nel castello che si ergeva sull’isolotto di Rovigliano.
Un giorno però giunsero nel Golfo di Napoli quattro navi saracene che sconfissero le truppe guidate dal Conte. Il Conte fu ferito ed impiccato. Il figlio Miroaldo fu catturato e fatto schiavo. Donna Fulgida, che aveva tentato di difendere il marito facendogli scudo con il proprio corpo, venne trafitta da una lancia e lasciata morire sugli scogli.
La leggenda vuole che lo spirito di donna Fulgida ogni notte vaghi per gli scogli di Rovigliano cercando invano il suo sposo e suo figlio. Durante le sue apparizioni uno stormo di gabbiani le volerebbe intorno come in una sorta di macabra danza.
La storia più recente
L’origine del nome “Rovigliano” potrebbe essere attribuita al nome di una famiglia romana oppure al console Rubelio, proprietario dell’isolotto. Secondo altre interpretazione, invece, il termine potrebbe derivare da una leguminosa molto simile alla cicerchia che un tempo cresceva abbondante nella zona.
Nel corso dei secoli il castello dello Scoglio di Rovigliano ha visto numerosi cambi di destinazione: residenza privata, monastero, fortezza. Nel 1861, con l’avvento dell’Unità d’Italia, lo Scoglio venne ceduto al demanio e successivamente venduto a privati.
Tra gli anni 40/50 i coniugi Raffaele Malafronte e Francesca Iovene, capostipiti della famiglia Malafronte installarono sullo Scoglio le prime palafitte di quello che sarebbe diventato il rinomato stabilimento balneare Bagno Nuovo Rovigliano.
Oggi l’isolotto è completamente disabitato, ma anche nello stato di abbandono in cui si trova, per la singolarità delle storie ad esso legate ed anche per la sua posizione geografica, rappresenta un prezioso scrigno che ben si affianca alle più celebri isole del Golfo di Napoli Capri, Ischia e Procida.