Le 3 leggende più famose della Penisola Sorrentina

La Penisola Sorrentina è ricca di storia, miti e leggende legate alla tradizione e alla fondazione delle sue principali città. In Campania, del resto, vi sono tantissimi racconti e tradizioni in tal senso. Nessuno si rende conto – fino a che non lo vive – di quanto sia particolare e sentito il cosiddetto “lato misterioso” di Sorrento. La città è intrisa di miti ancestrali che nascondono tutti i suoi segreti. Conoscere alcune delle più importanti leggende significa assaporare quello che è il vero spirito della Penisola Sorrentina. Ma vediamo quali sono le 3 principali leggende della Penisola Sorrentina che bisogna assolutamente conoscere e farsi raccontare dagli abitanti della zona per imparare a respirare la vera essenza di questa costa fantastica!

I racconti sulla fondazione di Sorrento

La città di Sorrento nasce proprio da una storia che è a metà tra mito e leggenda. Secondo le sue tradizioni, la stessa nascita di Sorrento è legata al canto delle sirene. Secondo la narrazione, Ulisse nell’Odissea cercò di sfuggire all’incantesimo delle sirene che aveva incontrato navigando e arrivando sull’isolotto dè Li Galli. Poiché era riuscito a uscire immune dal canto delle sirene, allora aveva deciso di fermarsi in questa zona per ringraziare gli dei. Infatti, ai piedi della Penisola Sorrentina e ridosso di dove oggi sorge Sorrento, vi era il tempio di Atena e si fermo lì per ringraziare la dea dell’aiuto. Da lì quindi, nacque la cosiddetta “città delle sirene” che è l’attuale Sorrento. La città sarebbe stata fondata perché molti si fermavano lì dopo essere sfuggiti a queste strane figure. Però vi è anche un’altra leggenda che narra della nascita della città. Ebbene, parliamo di una leggenda secondo cui due contadini del posto che non potevano avere figli e dunque, fecero un voto. Questo voto era dedicato al tempio di Atena. La donna poco dopo aver fatto questo voto, stando alla leggenda, restò incinta e nacque una bambina chiamata “Sirrentium”. Questa bambina era talmente bella che un principe si innamorò di lei e nel corso dell’ invasione saracena fu rapita dai pirati che per restituirla al legittimo principe chiesero un riscatto molto alto. Il popolo quindi, per riavere indietro questa bellissima donna diede ai pirati tutti gli oggetti in oro e di valore, in modo tale da ridarle la libertà. La donna fu restituita, diventando poi, madrina di questa zona che fu chiamata appunto Sirrentium, ovvero Sorrento.

La campana in fondo al mare

Una delle leggende e delle storie più particolari che riguardano la Penisola Sorrentina è quella della campana che suona dal fondo del mare. Infatti, si tratta di uno dei miracoli di Sant’Antonino a Sorrento. Secondo la leggenda, durante uno dei saccheggi dei pirati Saraceni, una nave piena di tutti gli oggetti preziosi razziati dai bizantini stava lasciando la città di Sorrento. Tra i vari oggetti di valore che rubarono c’era anche la campana del santuario di Sant’Antonino perché fu presa per via dell’ottone con cui era stata realizzata. Ebbene, all’improvviso però Sant’Antonino di Sorrento rese la nave pesantissima. Infatti, la nave non si riusciva a muovere anche buttando via metà della merce alla fine i pirati non riuscivano a partire. Quando gettarono però la campana della chiesa del Santo che avevano rubato, finalmente riuscirono a fuggire. I sorrentini andarono a mare per recuperare i loro tesori, ma l’unica cosa che non fu trovata mai fu la campana. Secondo la leggenda ogni 14 febbraio, ovvero durante la festa di Sant’Antonino la gente sente suonare questa campana direttamente dal fondo del mare. Di certo, rappresenta una delle credenze di questo territorio a metà tra storia e leggenda.

La zanna

Sempre a proposito di Sant’Antonino c’è anche un’altra particolare leggenda che è quella della zanna del mostro marino. Nella chiesa c’è un enorme zanna che è simile a quella di un mammut o di un elefante. Secondo la leggenda questo è ciò che resta di un mostro marino, che stava per uccidere dei bambini sulla spiaggia fino a che non intervenne il santo patrono di Sorrento. Il santo liberò dei bambini e distrusse il mostro: quella presente in chiesa sarebbe la prova di quanto accaduto.

Le carte da gioco e la storia della Regina Giovanna

In un libro che raccoglie alcune leggende sulle nobildonne più dissolute dell’epoca, si raccontano cose particolari sulla Regina Giovanna II, spesso presente a Sorrento. Questa donna era molto dissoluta e si recava a Sorrento proprio per dare libero sfogo ai suoi istinti. Secondo la leggenda, Giovanna amava fare il bagno nuda in quel luogo che era una villa a ridosso del mare e che oggi è conosciuto col nome “i bagni della Regina Giovanna”. La regina è nota alla storia per le sue trasgressioni e per il suo libertinaggio. Di lei si racconta che si intratteneva anche con cento cavalieri a seguito. Infatti, fu proprio sui racconti della dissolutezza della Regina Giovanna che sono state creati i simboli delle carte napoletane, ovvero l’asso di bastoni e il seme di bastoni, erano i simboli maliziosi delle storie legate alle esperienze erotiche della Regina Giovanna II di Sorrento.

(nella foto la Baia della Regina Giovanna)