I murales di Furore: un museo a cielo aperto tra vicoli e muri

A Furore l’arte abita le facciate: decine di opere disseminate tra rioni e scale raccontano identità, miti e lavoro contadino della Terra Furoris. Il borgo verticale, noto come paese dipinto, è un percorso urbano dove i murales trasformano strade e cortili in una galleria all’aperto. In questa guida trovi contesto storico, mappa ragionata delle opere, itinerari a piedi e consigli pratici per esplorare ogni angolo con passo lento e sguardo curioso.

 

1) Contesto storico/culturale: come nasce il borgo dipinto

Furore è chiamato “paese dipinto” perché fin dagli anni ’80 ha accolto artisti italiani e stranieri invitandoli a lasciare opere sui muri del borgo. Secondo i racconti locali, il progetto prese forma nei primi anni ’80 e ha progressivamente costruito un museo a cielo aperto con oltre cento interventi tra pittura e scultura.

Tra i primi interventi ci sono quelli dei fratelli Mazzella, che innescarono la stagione dei murales fuforesi. Oggi le facciate di Furore sono citate anche nei portali territoriali come cifra identitaria del comune.

2) Itinerari, luoghi e consigli pratici (con mappa testuale)

🗺️ Mappa testuale delle opere (asse principale)

  1. Ingresso di Furore (zona rotabile): opere di artisti ospiti negli anni.
  2. Via Giovanni Battista Lama → nucleo storico e corti: murales diffusi e botteghe.
  3. Area Hostaria di Bacco → scorci e pannelli.
  4. Giardino della Pellerina – Viale di Cupido: passeggiata letteraria affiancata alle opere murali.

Nota: il borgo è “sparso”, senza una piazza centrale, con nuclei collegati da scale e rampe.

🚶 Itinerario a piedi suggerito (2–3 ore)

  1. Punto di arrivo bus/auto → asse rotabile d’ingresso e primo gruppo di murales.
  2. Discesa lenta su Via G. B. Lama tra corti e opere.
  3. Deviata verso Giardino della Pellerina e Viale di Cupido.
  4. Risalita con soste fotografiche e rientro all’ingresso del paese.

Tempo indicativo e soste variano in base a curiosità e condizioni meteo.

🚌 Come arrivare e muoversi

  • Bus SITA Sud (linee Amalfi–Agerola/Positano); verifica orari aggiornati prima della visita: SITA.
  • A piedi: tratti di scala e forti pendenze; scarpe con grip consigliate. Collegamenti verso i sentieri dei Lattari.

🎒 Checklist pratica

  • Scarpe con buona aderenza
  • Acqua e cappello/impermeabile secondo stagione
  • Telefono carico per mappa e foto
  • Rispetto per proprietà private e opere
  • Tempo extra per deviazioni e soste

3) Curiosità e errori da evitare

✨ Curiosità

  • Il soprannome “paese che non c’è” richiama l’abitato sparso su più nuclei senza un vero centro.
  • Nel corso degli anni le opere sono diventate “memoria pubblica” che racconta leggende e storie locali.
  • Eventi recenti hanno portato nuovi interventi di street artist internazionali.

❌ Errori da evitare

  • Toccare o salire sulle opere per fotografare: sono parte viva del borgo.
  • Ignorare pendenze e scale: pianifica soste e rientro diurno.
  • Dare per scontati orari bus: consulta sempre SITA il giorno stesso.

4) Esperienze personali e spunti

La prima volta ho lasciato l’auto in alto e ho “letto” il paese scendendo a piedi: ogni curva un colore, ogni cortile un racconto. Un anziano mi ha indicato una facciata consumata dal sale: «lì il vento fa la sua parte». Ho capito che a Furore l’arte è un dialogo tra pittura, pietra e tempo. Il modo migliore per viverla? Fermarsi qualche minuto in silenzio, poi ripartire alla ricerca del prossimo muro.

Domande frequenti

Quante opere ci sono a Furore?

Le fonti locali parlano di oltre 100 opere tra pitture e sculture distribuite sui muri del borgo; il numero varia nel tempo con restauri e nuovi interventi.

Serve un biglietto?

No: il percorso è nel tessuto urbano e si visita liberamente a piedi. Rispetta proprietà private e opere.

C’è un periodo migliore?

Tutto l’anno, evitando le ore più calde in estate e preferendo mattino o pomeriggio per la luce. Eventi dedicati alla street art si tengono a settembre.

 

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