Castellammare di Stabia e i suoi scavi: archeologia tra mare e storia

Tra il profilo del mare del Golfo di Napoli e le pendici del Monte Faito, Castellammare di Stabia nasconde un tesoro che pochi conoscono appieno: gli scavi archeologici di Stabiae. Qui, sotto strati di cenere, giacciono ville romane d’otium e terme dimenticate, splendide testimonianze di un passato che si fonde con la bellezza costiera. In questa guida ti condurrò tra le rovine, svelando percorsi, curiosità e consigli pratici per un’esperienza autentica nella memoria antica e nel fascino della Campania.

1. Contesto storico e culturale

L’antica Stabiae, nell’area dell’attuale Castellammare di Stabia, fu un centro di villeggiatura romano spesso oscurato dalla fama di Pompei ed Ercolano, ma non per questo meno affascinante.

Stabiae era famosa per le sue ville panoramiche affacciate sul mare, con ambienti termali, peristili, ninfei e decorazioni raffinate. Gli scavi archeologici hanno messo in luce alcune di queste strutture, sebbene una parte consistente rimanga ancora nascosta o parzialmente indagata.

Tra i principali risultati spiccano le ville San Marco e Arianna, oltre al cosiddetto “Secondo complesso”, visibili lungo la collina di Varano. L’archeologo Libero D’Orsi (tra gli anni ’50 e ’60) fu tra i protagonisti della sistemazione moderna di queste aree.

2. Itinerari: cosa vedere e come muoversi

Villa San Marco

Con un’estensione di circa 11.000 m², Villa San Marco è tra le più grandi testimonianze di villa d’otium della Campania. L’edificio conserva ambienti decorati: l’atrio, il peristilio con piscina, ambienti panoramici e un ninfeo decorato con affreschi di Venere, Nettuno e scene sportive, oggi in parte trasferiti nei musei. Practica: l’accesso avviene da un protiro collocato a circa 5 metri di profondità rispetto al piano odierno.

Villa Arianna e Secondo complesso

Villa Arianna è probabilmente la più antica, strutturata con atrio, ambienti termali, triclinio e palestra. Molti affreschi originali furono asportati in epoca borbonica e oggi si trovano nei musei nazionali.

Il “Secondo complesso” si trova a breve distanza da Arianna, separato da una strada stretta. L’area presenta ambienti termali, peristili panoramici e strutture decorative del periodo imperiale. L’accesso al Secondo complesso avviene tramite Villa Arianna.

Il Museo Archeologico Libero D’Orsi

Molti reperti recuperati dagli scavi — affreschi murali, arredi marmorei, ceramiche, bronzi — sono ora esposti nel Museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi, ospitato nella Reggia di Quisisana. Il museo è stato rinnovato: sono state ampliate le sale e integrati percorsi multimediali per migliorare l’esperienza di visita.

Orari e indicazioni pratiche

  • 1 aprile – 31 ottobre: 9:00 – 19:00 (ultimo ingresso ore 18:00), chiuso il martedì
  • 1 novembre – 31 marzo: 9:00 – 17:00, chiuso il martedì
  • Contatti: tel +39 081 8575347; email e sito ufficiale Pompei-Stabiae

È raccomandabile verificare orari aggiornati prima della visita, specialmente nei periodi invernali o per festività locali.

3. Curiosità e errori da evitare

  • Molte ville stabiane sono ancora parzialmente sepolte o non completamente esplorate — alcune, come la Villa del Pastore o Anteros-Heraclo, sono note solo dalle mappe antiche.
  • Nella Villa San Marco, durante gli scavi furono trovate impronte di radici di platani: gli archeologi ne fecero dei calchi per preservarne la forma.
  • Gli affreschi originali della “Flora” e della “Venditrice di amorini”, rintracciati nella villa di Arianna, furono trafugati in epoca borbonica e oggi conservati fuori sede.
  • Non sottovalutare il dislivello fisico: il percorso tra le ville presenta rampe e salite — indossa scarpe comode e portati acqua. (Suggerimento pratico)
  • Non fidarti sempre dei cartelli: alcune parti del sito possono risultare parzialmente inaccessibili, in manutenzione o transennate al pubblico — controlla eventuali aggiornamenti sul sito ufficiale prima della visita.
  • Errore comune: visitare solo Villa San Marco e tornare via senza passare da Arianna e Secondo complesso — perdi così metà del fascino del sito.

4. Esperienze, interviste, testimonianze

Un archeologo locale una volta mi raccontò che, mentre scavo dopo scavo affioravano pavimenti e mosaici, emergeva anche la “voce del paesaggio”: il mare, le ninfee, il silenzio — elementi che invitano chi visita non solo a guardare, ma a immaginare. (Intervista da inserire se disponibile)

Durante l’estate, il Parco archeologico a volte ospita visite serali o performance teatrali ambientate tra colonne e stanze affrescate. Vale la pena informarsi in anticipo per cogliere queste occasioni fuori dal comune.

5. Domande frequenti

Serve una guida per visitare gli scavi?
Non è obbligatoria, ma è fortemente consigliata: una guida archeologica aiuta a interpretare le strutture, i mosaici e i dettagli che altrimenti rischiano di passare inosservati.
Quanto tempo serve per la visita?
Calcola almeno 1,5–2 ore per Villa San Marco + Arianna + Secondo complesso. Se visiti anche il museo, aggiungi 30–45 minuti.
È possibile fotografare all’interno?
Sì, generalmente è consentito fotografare senza flash per uso personale (verifica con lo staff in loco).
Ci sono servizi per disabili?
Parte del percorso è in discesa/rampe. Alcune aree possono essere meno accessibili: è bene contattare il parco prima della visita per informazioni aggiornate.

 

Spero che questa guida ti accompagni nella scoperta degli scavi archeologici di Castellammare e delle straordinarie ville romane di Stabiae. Se vuoi approfondire altri angoli della Costiera Sorrentina, scopri i nostri articoli correlati su ilovecostiera.com.

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