Piennolo, spongilli, presepi e leggende

Avete fatto il presepe? Il Bambinello, San Giuseppe, la Madonna, il Bue, l’Asinello, i Magi, Benino, la stella cometa e il piennolo.

Sì, a Napoli e dintorni nel presepe ci va anche il piennolo, il caratteristico grappolo di pomodorini del Vesuvio (spongilli), uno dei prodotti più antichi e tipici dell’agricoltura campana, D.O.P. dal 2009.

Appeso fuori alla bottega del pizzicagnolo o sul balcone dove una donna stende i panni o abbassa il paniere, il piennolo è un elemento che non manca mai nelle rappresentazioni della nascita di Gesù.

Che cos’è il piennolo?

Con il termine di Piennolo si indica il grappolo di pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP che viene conservato appeso con fili di spago a pareti o soffitti. “Piennolo” deriva appunto da “pendolo”.

Si tratta di un prodotto unico di colore rosso vivace, dalla buccia spessa e dalla polpa soda e compatta. Sono pomodorini che non danno molto sugo perché  crescono sui terreni aridi del vulcano dove il sole li prosciuga conferendo loro unicità. Questa particolare varietà di pomodoro, infatti, può essere coltivata solo ed esclusivamente alle pendici del Vesuvio.

Conservati con la tecnica del piennolo i pomodorini si conservano per quasi un anno. Vengono, infatti, raccolti dai campi all’inizio dell’estate, per poi formare con essi dei grossi grappoli. Appesi in locali con adeguata temperatura e umidità, i grappoli di pomodorini si conservano fino all’inverno o addirittura fino alla primavera successiva.

Da prodotto contadino a prodotto gourmet

Negli ultimi anni, il Pomodorino del Piennolo che da sempre era stato semplicemente l’elemento principe degli spuntini dei contadini i quali durante le pause nei campi usavano schiacciarlo sul pane condendolo con un  filo d’olio, sale e basilico, è diventato un prodotto ricercato e gourmet.

Si è riscoperto il valore del prodotto e soprattutto che la tecnica di conservazione è tra le più salutari. Per la sua versatilità, il pomodorino del Vesuvio si adatta ad una moltitudine di preparazioni. Sono ottimi da soli, in insalata, sulla pizza, insieme alla pasta e ad altre preparazioni a base di pesce.

Le leggende legate al piennolo

Al piennolo sono legate anche alcune leggende. Una riguarda il suo colore vivace. La leggenda narra che il suo colore “ardente” sarebbe opera del Vesuvio, poiché le sue radici si nutrirebbero della lava del vulcano.

Un’altra leggenda narra che Lucifero creò Napoli servendosi di un pezzo del Paradiso, ma il suo tocco rese infertili i terreni. Gesù, dispiaciuto per quanto accaduto, iniziò a piangere. Le sue lacrime caddero sulle pendici del Vesuvio, rendendo l’arida terra vulcanica fertile e produttiva. Su quelle pendici nacquero i vigneti del Lacryma Christi e tutte le altre produzioni tipiche dell’area vesuviana così come quella degli “spungilli.”

Oggi con abiti di lusso

Oggi il piennolo, confezionato in maniera elegante (scatole di velluto e/o trasparenti, grafiche ben studiate)  è uno dei regali maggiormente apprezzati durante le festività natalizie.

 

 

 

 

 

 

 

 

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