La Cassa Armonica, gioiello e vanto di Castellammare di Stabia

Di indiscussa eleganza, in stile liberty di ispirazione ispano-moresca, si erge sontuosa in Corso Giuseppe Garibaldi, in un tratto della Villa Comunale della Città delle Acque. Gioiello architettonico e vanto della città di Castellammare di Stabia, la Cassa Armonica è un elemento di arredo urbano di grande attrattiva, nato come “chiosco della musica”, per ospitare cioè concerti e spettacoli musicali all’aperto.

La storia

Progettata dall’ingegnere Eugenio Cosenza, fratello del noto archeologo Giuseppe Cosenza, il padiglione fu consegnato al Comune di Castellammare di Stabia il 28 Aprile del 1900.

Nel 1909 andò distrutta a seguito di una libecciata. Nel 1911 fu ricostruita (l’incarico fu affidato allo stesso ing.Cosenza), ma ne venne abbassata l’altezza, ne vennero addolcite le forme e soprattutto venne realizzato uno sfiatatoio in cima affinché, evitando l’effetto “vela”, resistesse alle intemperie.

Anche a causa di atti vandalici, negli anni sono stati necessari ulteriori restauri come quello effettuato nel maggio del 1987.

Che cos’è una Cassa Armonica?

La funzione della Cassa Armonica è quella di amplificare i suoni e potenziare la qualità acustica dei concerti all’aperto. In quella stabiese, al di sotto del piano di calpestio è posta una campana acustica che, insieme alla particolare conformazione degli elementi di copertura, garantisce una resa musicale eccellente, ampia e precisa.

Purtroppo, con il tempo, tale capacità è andata assottigliandosi, ma la Cassa Armonica di Castellammare di Stabia ha ospitato, nel corso degli anni musicisti ed orchestre di valore nazionale ed internazionale.

Entro quest’anno potrebbe essere aperto il cantiere per un nuovo restauro della Cassa Armonica al fine di restituirle la sua originaria funzione e la sua dignità dal momento che necessità anche di un restyling strutturale.

Sarà una  grande gioia vedere la Cassa Armonica magnifica come un tempo, con le sue scalinate in marmo, le sue dodici colonnine, gli archi e gli arabeschi in ferro battuto, i suoi meravigliosi vetri policromi e il suo piano di calpestio nuovamente popolato da prestigiose orchestre, cori e solisti.  Uno strumento di grande attrattiva per la città che richiama alla mente un’epoca di grande splendore di cui l’intera area vesuviana necessità di riscoprire e rivivere.

 

 

 

 

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